Con l’Opa lanciata da BancoBpm attraverso la controllata assicurativa su Anima Sgr, il cosiddetto «compromesso danese bis» arriva anche in Italia. L’operazione ha un valore strategico per la banca guidata dal ceo Giuseppe Castagna perché il nuovo conglomerato finanziario doterà il gruppo BancoBpm di un polo che potrà contare su masse complessive da 220 miliardi tra assicurazioni vita e risparmio gestito.
L’impatto di Basilea 3
Ma a rendere l’operazione più conveniente, con un assorbimento patrimoniale limitato a 30 punti base di Cet1, è la nuova regolamentazione di Basilea3 e in particolare del cosiddetto Danish compromise allargato che, come evidenziato da un report di Mediobanca Research a settembre, consente sconti patrimoniali se una banca acquista un asset manager non direttamente ma attraverso una sua società controllata assicurativa.
Il precedente di Bnp Paribas
Non è un caso che a lanciare l’offerta non sia la capogruppo BancoBpm ma la controllata BancoBpm Vita replicando uno schema, finora mai utilizzato in Italia, che a luglio aveva visto i francesi di Bnp Paribas – attraverso la controllata assicurativa Cardiff – acquisire da Axa la divisione di asset management. Un caso destinato a fare scuola anche in Italia e che vede il gruppo BancoBpm in veste di apripista.
Strategie di crescita e risiko
L’Opa su Anima Sgr proietta il gruppo guidato da Castagna verso una strategia di crescita che, fatte le debite proporzioni dimensionali, ricalca quella di Intesa Sanpaolo con un modello di business che punta a internalizzare le società prodotto. La crescita dimensionale di BancoBpm servirà anche a sfuggire a eventuali mire future di UniCredit? Può darsi, anche se ieri il ceo Andrea Orcel ha dichiarato che il dossier Commerzbank lo terrà impegnato per almeno un anno. Piuttosto sarà interessante vedere se la nuova Anima Sgr “captive”, ovvero controllata da BancoBpm, manterrà rapporti con uno dei suoi principali clienti: Mps.