attesa per dati economici cruciali

(Il Sole 24 Ore Radiocor)– Le borse europee inaugurano il mese di settembre in territorio negativo, dopo un novembre ad alta volatilità. Gli investitori guarderanno a un ricco calendario di dati economici, ritardati finora a causa dello shutdown del governo statunitense. In particolare si guarderà alla pubblicazione dell’indice Pmi manifatturiero per Eurozona, Germania, Francia, Regno Unito, Italia in uscita in mattinata. Mentre Oltreoceano il 5 dicembre sarà la volta del dato Pce core (variabile di riferimento Fed) che seppur riferito a settembre sarà comunque un elemento chiave per la banca centrale americana in vista della prossima riunione del 10 dicembre. Quanto al mercato del lavoro, il 3 dicembre sarà reso noto il numero di occupati Adp, finora particolarmente osservati in mancanza di altri dati. Intanto, il presidente Trump ha dichiarato domenica di aver scelto il suo prossimo presidente della Federal Reserve e che farà presto il suo annuncio. Sullo sfondo proseguono i dialoghi per trovare una pace in Ucraina mentre nel fine settimana Donald Trump ha dichiarato che “lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela” dovrebbe essere considerato chiuso. Così il FTSE MIB viaggia in calo, in linea con i principali indici europei (CAC 40 e DAX 30 ).

A Piazza Affari focus su Mps e Mediobanca

A Piazza Affari sotto i riflettori Banca Mps e Mediobanca dopo l’inchiesta della Procura di Milano sull’Ops lanciata dal Monte su Piazzetta Cuccia e che vede indagati l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, presidente del Gruppo Caltagirone, il presidente di Luxottica Francesco Milleri e l’amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio per l’ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza di Consob e Bce. L’inchiesta vede al centro un presunto accordo in relazione all’offerta pubblica di scambio che ha portato l’istituto senese ad acquisire la maggioranza di Mediobanca. Sotto osservazione anche i titoli energetici con Snam Rete Gas e Saipem che guidano i rialzi. Il comparto beneficia del rialzo del prezzo del petrolio (Brent +0,6% e Wti +2% ) dopo che i paesi Opec+, (Arabia Saudita, Russia, Iraq, UAE, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman), hanno confermato la decisione del 2 novembre 2025 di sospendere l’aumento della produzione nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2026 a causa della stagionalità.

Torna il sell off sulle criptovalute, Bitcoin giù del 5%

Dicembre si apre con un ritorno del sell off sulle criptovalute segnalando un’avversione al rischio in vista di una serie di dati economici questa settimana, nonostante le scommesse su un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve a dicembre rimangano ferme. Così il Bitcoin viaggia in ribasso del 5,46% e si attesta in area 86mila dollari. In calo anche Ethereum che lascia sul terreno il 6% a 2.826 dollari, mentre Tether Usd viaggia poco sopra la parità (+0,05% a 1,0007 dollari). Male anche Xrp che cede l’1,06% e Bnb che segna -2,75%. Il mercato cripto è in una posizione fragile dopo settimane di vendite iniziate quando circa 19 miliardi di dollari in scommesse a leva sono stati spazzati via a inizio ottobre, pochi giorni dopo che il Bitcoin aveva toccato il massimo storico di 126.251 dollari. La criptovaluta ha perso il 16,7% del suo valore a novembre, ma un allentamento della pressione delle vendita le ha permesso di recuperare terreno la scorsa settimana, risalendo sopra i 90.000 dollari. Gli investitori stanno valutando le parole di Phong Le, amministratore delegato di Strategy, che in un podcast di venerdì scorso ha affermato che l’acquirente di Bitcoin potrebbe vendere il token se il suo mNAV (ossia il rapporto tra valore aziendale e riserve di Bitcoin) diventasse negativo. “Possiamo vendere Bitcoin e lo faremmo se avessimo bisogno di finanziare i pagamenti dei dividendi sotto 1x mNAV”, ha detto, sottolineando che questa sarebbe una misura estrema.

Sul valutario, poco mosso l’euro/dollaro a 1,16 (+0,09%), mentre l’euro/yen giapponese viaggia a 180,38 (-0,4%) e il dollaro /yen a 155,38 (-0,5%). In rialzo l’oro, con il contratto spot a 4,241,9 (+0,4%), mentre arretra il gas naturale a 28,3 euro al megawattora (-1,7%).

Sale il petrolio dopo la decisione dell’Opec+

Sale il prezzo del petrolio dopo che i paesi Opec+ hanno confermato la decisione del 2 novembre 2025 di sospendere l’aumento della produzione nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2026 a causa della stagionalità: il Wti guadagna il 2% a 59,74 dollari al barile mentre il Brent si attesta a 63,61 dollari (+0,63%).

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