Netflix emerge vittoriosa nell’asta per Warner Bros. Discovery, spiazzando le rivali Paramount Skydance e Comcast. La regina dello streaming, secondo indiscrezioni, ha messo sul tavolo un’offerta di circa 28 o forse più dollari per azione, in gran parte in contanti. Prevista anche una breakup fee, un pagamento in caso di una bocciatura da parte delle autorità antitrust e di regolamentazione negli Usa e in Europa, da 5 miliardi di dollari. E’ stato abbastanza per essere scelta da Warner per aprire negoziati esclusivi volti a completare e annunciare un accordo di fusione fin dai prossimi giorni. La decisione è arrivata dopo molteplici round di offerte da parte di tutte e tre le aziende, le ultime questa settimana.
L’operazione
Netflix, se le trattative andranno a buon fine e non ci saranno sorprese, intende combinare le sue attività con i gioielli di Warner, gli storici e colossali studi cinematografici e televisivi a Burbank, una vasta biblioteca di titoli quali Harry Potter e Superman e anche il prestigioso servizio di streaming Hbo Max, autore negli anni di show di richiamo da The Sopranos a White Lotus. Prima della fusione Warner procederà allo scorporo dei canali via cavo, da Cnn a Tbs e Tnt, che non sono nei piani di Netflix. L’intera Warner Bros. Discovery ha oggi una valutazione di oltre 60 miliardi ma la divisione delle tradizionali reti televisive è crescente difficoltà, con un declino delle entrate del 23% nell’ultimo trimestre davanti a fughe di spettatori e inserzionisti.
Ellison e l’asse con Trump
La pole position di Netflix era diventata chiara nelle ultime ore davanti alle proteste della nuova Paramount Skydance, guidata da David Ellison, figlio di Larry Ellison, e che aveva offerto 27 dollari per azione per l’intera Warner Bros. Discovery: in due lettere inviate al board di Warner negli ultimi giorni Ellison ha criticato il processo di vendita come viziato e attaccato specificamente Netflix, sostenendo che veniva favorita nonostante la sua proposta sollevasse serie obiezioni anti-monopolistiche a causa del dominio nello streaming. Ellison contava per spuntarla anche sui suoi rapporti privilegiati con l’amministrazione di Donald Trump: il padre Larry, fondatore della Big Tech Oracle, è tra i grandi finanziatori del Presidente. Di recente la sua originale società, Skydance, aveva già ottenuto il via libera dall’amministrazione per rilevare la ben più grande Paramount e nominato una nuova responsabile delle news alla rete Cbs, la conservatrice e anti-woke Bari Weiss. Non è escluso dagli analisti che, davanti ad una sconfitta, gli Ellison possano esplorare ricorsi legali.
Svolta strategica
Per Netflix la svolta è strategica: finora aveva rifiutato la strada di acquisizioni, puntando piuttosto sulla crescita organica. In cerca di rafforzamenti e difesa della sua leadership contro la concorrenza, da Disney a Paramount e a YouTube di Google, era però scesa in campo per i preziosi asset di Warner Bros. Discovery, che dopo una protratta crisi sotto la guida di David Zaslav si era messa in vendita ufficialmente in ottobre. L’anno scorso Netflix ha raggiunto i 39 miliardi di entrate, ha 14,000 dipendenti e il suo valore in Borsa è di 438 miliardi, sette volte quello di Warner che ha circa 40 miliardi di fatturato annuale e 35.000 dipendenti.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix, oltre a creare un nuovo gigante di media e spettacolo, potrebbe scuotere l’intero modello di business di Hollywood. Netflix ha tradizionalmente rifiutato la diffusione dei film nelle sale cinematografiche, limitandosi ad una breve e limitata distribuzione.
