Banche in crisi, i social media e gli influencer finanziari accentuano i rischi di liquidità

Il ruolo dei social media e dei cosiddetti influencer finanziari, in aggiunta alla crescente diffusione delle transazioni bancarie digitali, entrano ufficialmente tra le preoccupazioni per la tenuta della stabilità finanziaria. A lanciare l’allerta è il Financial Stability Board, l’organismo internazionale che coordina le Autorità finanziarie globali, che ieri ha reso pubblico – dopo averlo presentato ai ministri finanziari e governatori del G20 – il primo rapporto di analisi sulle crisi bancarie che a inizio 2023 hanno coinvolto alcuni gruppi regionali Usa e il Credit Suisse.

La corsa (virtuale) agli sportelli

In tutti i casi recenti di default o di salvataggi le cause sono state ben altre (malversazioni, deficit di risk management, modelli di business inadeguati) ma la rapidità della corsa agli sportelli – non più solo fisica ma anche via digital banking – per ritirare i depositi dalle banche in crisi sono il vero fenomeno nuovo che emerge dall’analisi dell’Fsb che evidenzia con preoccupazione «i rischi potenziali che i social media siano coinvolti in future corse agli sportelli». In che modo? Dalle analisi condotte, è stato evidenziato che «le ripetute informazioni diffuse attraverso i social media possono rafforzare e rendere più credibile un messaggio. Con la conseguenza che un depositante, vedendo una lunga serie di allarmi sullo stato di salute della sua banca, è più motivato a ritirare i depositi».

I social network

L’altro elemento di novità rispetto alle precedenti crisi bancarie, è il ruolo giocato dagli influencer finanziari. «I clienti delle banche sono più propensi a ritirare i loro depositi dalle banche se leggono sui social network che molti altre persone dichiarano di averlo già fatto. E questo indica che le comunità online potrebbero essere coinvolte in altri fenomeni di bank run in futuro». Le ricerche condotte da varie istituzioni, e citate nel rapporto del Fsb, indicano chiaramente che esiste una correlazione diretta tra i post sui social media e i deflussi dei depositi.

Deflussi che risultano accelerati nel tempo e in buona parte non più “mediati” dai dipendenti delle filiali bancarie. Una ricerca condotta da Fsb ha evidenziato «che negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche hanno facilitato un più rapido trasferimento dei depositi bancari, in particolare le mobile app e l’online banking hanno ormai una diffusione generalizzata tra la clientela retail». In sostanza, il combinato dell’impatto dei social media e degli influencer con il mobile banking, sta trasformando il fenomeno della tradizionale corsa allo sportello in caso di crisi bancarie. Con una velocità e intensità che richiedono mutamenti nell’approccio delle varie Autorità di Vigilanza.

Le contromosse

Di che tipo? Il Financial Stability Board sostiene che davanti a questi mutamenti, «i manager bancari, le banche centrali e le Autorità di supervisione della liquidità devono diventare capaci di reagire con più velocità ai deflussi di depositi, soprattutto di quelli non garantiti, rispetto al passato. Ad esempio, le banche potrebbero essere incoraggiate a preparare in anticipo a fare ricorsi agli esistenti sportelli di liquidità d’emergenza delle banche centrali quando vedono affacciarsi il rischio di un bank run». Servirà incrementare la dotazione di liquidità cautelativa, misurata dagli indici Lcr e Nsfr? Il rapporto di Fsb non ne fa cenno esplicito e sembra evidenziare che solo la liquidità di emergenza fornita dalle banche centrali può’ evitare i danni derivanti dai deflussi di depositi accelerati. «In alcuni casi recenti, la velocità e la dimensione dei deflussi dai conti correnti è stata così’ estrema che con nessun ammontare di riserva di liquidità una banca avrebbe potuto evitare il fallimento».

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