Butler (Wellington): «Fed e Bce hanno mutato pelle». Come adattare i portafogli

«Le banche centrali stanno diventando sempre più imprevedibili e le loro decisioni sempre più politiche e credo che gli investitori debbano adattarsi a questo nuovo scenario, in nessun altro luogo più che in Europa». Non chiedete a John Butler di quanto la Bce abbasserà i tassi di interesse da qui al prossimo anno, se la Federal Reserve si è mossa in ritardo oppure se l’economia Usa planerà verso il tanto sospirato atterraggio morbido. Lo strategist macro di Wellington Management, guidata in Italia da Erich Stock, ha sicuramente le sue opinioni in merito agli argomenti più gettonati del momento, ma quando i temi sono la politica monetaria e i suoi riflessi sui mercati preferisce guardare al lungo termine.

Dubbi e timori delle banche centrali

«Seguire il comportamento delle banche centrali – spiega Butler a Il Sole 24 Ore – è stata una strategia d’investimento gratificante negli ultimi decenni, ma potrebbe aver fatto il suo tempo». Alla base della tesi una serie di elementi, primo fra tutti il fatto che gli istituti centrali «non si fidino più delle proprie previsioni e mettano addirittura in discussione la qualità dei dati che hanno a disposizione». Dubbi simili finiscono per esporle a crescenti attacchi dall’esterno, soprattutto dal mondo politico: «Il loro principale timore – precisa – è di essere incolpate della prossima recessione o di qualsiasi ripresa del tasso di disoccupazione».

Cambio di paradigma

La conseguenza diretta è secondo l’esperto una minor attenzione al raggiungimento degli obiettivi di contenimento dell’inflazione a vantaggio di misure per sostenere la crescita, il mercato del lavoro o persino di carattere fiscale. Un ragionamento che vale chiaramente per la Fed, ma anche per la stessa Bce il cui mandato si limita in fondo alla stabilità dei prezzi e non contempla il raggiungimento della massima occupazione.

L’acquisto di titoli di Stato o il passaggio a tassi di interesse negativi rappresentano decisioni che allontanano la politica monetaria dal solco tradizionale, fino a farla divenire semi-fiscale

«L’acquisto nel recente passato di titoli di Stato o il passaggio a tassi di interesse negativi rappresentano decisioni che allontanano la politica monetaria dal solco tradizionale, fino a farla divenire semi-fiscale e hanno enormi implicazioni sociali», avverte Butler, ravvisando in tutto questo il pericolo che le Banche centrali entrino nel raggio del controllo politico e mettano quindi a rischio la propria indipendenza.

Il caso francese

La Francia è l’esempio che viene citato: «Lo stallo politico e il deterioramento della situazione di bilancio del Paese – avverte – potrebbero prima o poi spaventare i mercati e di fronte all’alternativa credo che l’Eurotower potrebbe finire per intervenire in modo da abbassare i rendimenti dei suoi titoli di Stato, concentrandosi quindi sul rischio di credito a scapito di un livello di inflazione più elevato».

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