Dazi, Trump annuncerà novità per Messico e Canada. Cina: pronti a ogni tipo di guerra

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, farà un annuncio questo pomeriggio riguardo ai dazi su Messico e Canada. Lo ha dichiarato il segretario al Commercio Howard Lutnick in un’intervista a Bloomberg Television. Lutnick ha suggerito che potrebbe esserci una modifica «a metà strada» che garantirebbe un certo sollievo tariffario alle aziende, comprese le case automobilistiche, che rispettano l’accordo commerciale United States-Mexico-Canada Agreement (Usmca), siglato durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca. Secondo le agenzie, nella mattinata americana è attesa anche una telefonata tra il presidente Usa e il primo ministro canadese Justin Trudeau.

Nel frattempo, la Cina alza il tono dello scontro. L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha scritto in un post sulla piattaforma X che Pechino è pronta a rispondere a qualsiasi tipo di conflitto economico: «Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, sia essa tariffaria, commerciale o di altro tipo, siamo pronti a combattere fino alla fine». Una linea ribadita anche dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian.

Ieri sera, nel suo discorso congiunto al Congresso, Trump ha affermato che la sua amministrazione sarebbe «okay» con «un piccolo disturbo» derivante dai dazi.

Messico, con dazi +30 mld di costi per l’industria auto Usa

L’Associazione messicana dei produttori di componenti per auto (Ina) ha stimato che i dazi imposti da Trump sulle importazioni dal Paese latinoamericano causeranno costi aggiuntivi nella produzione automobilistica degli Stati Uniti pari a 30 miliardi di dollari all’anno, che si rifletterà sul prezzo finale delle auto. Gabriel Padilla, direttore generale dell’Ina, ha affermato che il costo dei veicoli aumenterà tra i 3.000 e i 5.000 dollari per unità, a seconda del segmento. Gli stabilimenti di assemblaggio negli Stati Uniti dipendono per oltre il 40% da componenti importati dal Messico. «Stiamo cercando di influenzare i nostri governi”, ha detto Padilla. “Siamo in trattative con le nostre controparti negli Usa e in Canada — ha aggiunto — per chiarire gli impatti che si provocheranno nella perdita di posti di lavoro, la distruzione delle catene di approvvigionamento e l’aumento dei costi dei prodotti finali».

Ottawa, «furiosi per Trump su Canada 51mo Stato»

La ministra degli Esteri canadese, Mélanie Joly, ha denunciato che il suo governo prende “molto seriamente” le dichiarazioni di Donald Trump sul rendere il Canada il 51esimo stato americano. “Non è più uno scherzo. C’è una ragione per cui i canadesi, quando escono per una partita di hockey, fischiano quando viene eseguito l’inno nazionale americano…siamo stati insultati. Siamo furiosi. Arrabbiati”, ha affermato, in una intervista alla Bbc, dopo che il Presidente americano ha imposto dazi del 25 per cento sui prodotti importati dal Canada. “L’unico che alla fine decide su tutto è Trump”, ha aggiunto la ministra, precisando che nessun esponente dell’Amministrazione Usa ha contattato controparti del governo canadese nei giorni scorsi per discutere dei nuovi dazi. “Non volevamo questa guerra dei dazi. Abbiamo fatto tutto quello che ci era richiesto per garantire la sicurezza del nostro confine. Quella di Trump (dire che dal confine passano stupefacenti come il Fentanyl, ndr) è una scusa per agire contro di noi”. Il Canada svolge il ruolo del canarino nella miniera, ha aggiunto. Poi sarà il turno degli europei, e poi della Gran Bretagna. “Non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo rispondere alle misure americane”, ha concluso.

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