Germania, accordo tra Cdu-Csu ed Spd sul programma di Governo

Appena 45 giorni dopo il voto del 23 febbraio, i conservatori dell’Unione Cdu-Csu e i socialdemocratici della Spd hanno raggiunto l’accordo di coalizione che darà alla Germania un nuovo Governo.

L’intesa programmatica sarà ora sottoposta a referendum dalla Spd, che chiamerà a votare i suoi iscritti tra dieci giorni. Nella Cdu deciderà un’assemblea di partito, per la Csu si esprimerà solo la direzione. A inizio maggio, Merz potrebbe presentarsi al Bundestag per ottenere la fiducia e avviare il mandato di Governo.

Tempi così rapidi non si vedevano dagli anni ’90 e dall’inizio degli anni 2000, quando passava solo un mese tra le elezioni parlamentari e un accordo di Governo. L’Esecutivo della coalizione Semaforo, tra Spd, Verdi e Fdp (il cui crollo ha portato al voto anticipato, dopo l’uscita dei Liberali) si era formato in 73 giorni. Nel 2013, quando l’Europa era ancora alle prese con gli strascichi della crisi del debito sovrano, i partiti impiegarono 86 giorni per darsi un Governo. Nel 2017 ce ne vollero 171.

Lo Schuldenpaket

Prima ancora di permettere la formazione di un nuovo Governo, l’intesa tra Unione e Spd ha impresso una svolta storica in Germania, con le riforme costituzionali varate a tempi di record con la collaborazione dei Verdi, che permettono di sbloccare centinaia di miliardi di investimenti nelle infrastrutture e nelle difesa. Le eccezioni al vincolo del freno al debito sono state approvate già nel vecchio Bundestag, meno di un mese dopo il voto del 23 febbraio.

Lo Schuldenpaket (pacchetto del debito), come i media tedeschi hanno ribattezzato l’ambizioso programma di spesa, può trasformarsi in mille miliardi di investimenti in 12 anni, a seconda di quanto Berlino destinerà alla difesa. Il debito pubblico è proiettato verso l’80% del Pil e oltre (dal 63% attuale). L’accordo sullo Schuldenpaket, raggiunto quando i negoziati erano appena iniziati, ha semplificato l’intesa sul programma di coalizione: messe fuori bilancio le spese per infrastrutture e difesa, si sono liberate risorse per gli altri dossier economici. Un patrimonio ingente, e una pari responsabilità, da amministrare per portare la Germania fuori dalla crisi economica e per riconquistare consensi elettorali.

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