Gli Stati Uniti si aspettano che migliaia di truppe nordcoreane che si stanno radunando in Russia entreranno “presto” in guerra contro l’Ucraina: lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin durante una sosta alle isole Fiji in una missione in Australia. Kiev ha avvertito che Mosca, accolti i soldati nordcoreani, ha radunato una forza di 50.000 uomini per riconquistare parti della regione di confine conquistate dalle forze ucraine. Intanto, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la “produzione in serie” di missili ipersonici Oreshnik come quello testato l’altro ieri in Ucraina. Intanto, una serie di attacchi israeliani ha colpito nella notte Beirut provocando, secondo i media statali, ’molte vittime’. Il più grave, un lancio di 5 missili che hanno colpito un edificio di 8 piani radendolo al suolo
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Idf, Hezbollah responsabile ferimento Caschi Blu italiani
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno imputato a Hezbollah la responsabilità dell’attacco che ieri ha portato al ferimento di quattro Caschi Blu italiani nel sud del Libano. In un post sul social X, le Idf hanno sostenuto che gli attacchi sono stati lanciati dal villaggio di Deir Qanoun al-Nahr.
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Media Israele: nuova leadership Hezbollah obiettivo raid su Beirut
Sarebbero stati il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, o uno dei comandanti del gruppo sciita, Talal Hamiya, gli obiettivi del massiccio attacco israeliano condotto stamane sul centro di Beirut. Lo riferisce il Times of Israel, parlando di voci che circolano su “media in lingua ebraica e social media”. Qassem, ricorda il sito di notizie israeliano, è stato nominato alla guida di Hezbollah dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah in un attacco aereo sul quartier generale del gruppo alleato dell’Iran nel sud di Beirut. Hamiya è stato nominato a capo della divisione operativa di Hezbollah dopo l’uccisione – il 20 settembre a Beirut – del capo delle operazioni militari, Ibrahim Aqil.
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Tenenti (Unifil Libano), obiettivo attacchi non siamo noi
Tre attacchi a Shama in sette giorni. Che sta succedendo? “Non vedo una volontà specifica di colpire il contingente italiano” di Unifil “non sono attacchi deliberati. Vedo piuttosto l’intensificarsi degli scontri tra Shama e Naqura, due zone strategiche che offrono vie di comunicazione verso il nord”. Così risponde Andrea Tenenti, portavoce della missione Unifil in Libano, in una intervista a Repubblica.
“Dal nostro punto di vista – aggiunge – è importante che Hezbollah e gli israeliani ricordino che rispettare e proteggere i peacekeeper è un obbligo. Non farlo significa violare la risoluzione 1701 e il diritto umanitario internazionale”. E prosegue: “La missione Unifil è pronta per assistere ogni eventuale accordo e ritengo che la risoluzione 1701 rimanga valida per riportare stabilità nel sud del Paese”.