Kamala Harris sorride al business, indossando panni più moderati quando si tratta di pressione fiscale: ha presentato proposte ridimensionate sulla tassazione dei guadagni di capitale smarcandosi dal Presidente Joe Biden. Parlando dal New Hampshire, Harris ha offerto un ramscello d’ulivo sotto forma di un piano che prevede imposte complessive sui capital gains pari al 33%, un aliquota del 28% più una sovrattassa del 5 per cento – inferiori di sei punti percentuali rispetto a quanto finora sbandierato dai democratici.
Biden, per l’esattezza, aveva proposto il 39,6%, la medesima aliquota massima chiesta per i redditi da oltre un milione, più la sovrattassa che farebbe lievitare il “colpo” totale sui capital gains al 44,6 per cento. Al momento la tassa è tuttavia assai inferire, del 23,8% compresa una “surtax” limitata al 3,8 per cento.
La mossa sui capital gains rappresenta una svolta signficativa per la stessa Harris: finora la candidata democratica aveva sostenuto per intero i progetti di budget di Biden, che contengono l’incremento delle imposte su simili guadagni da investimento. La comunità di business per tutta risposta ha moltiplicato le pressioni per ottenere flessibilità da Harris sulle strategie fiscali. E i consiglieri di Harris ritengono che la modifica della sua posizione rifletta adesso l’impegno a far pagare di più imprese e fasce abbienti senza però rischiare di penalizzare eccessivamente gli investimenti.
La partita non è finita. In gioco è tuttora un balzello, al momento presente nei disegni democratici, che prende di mira il patrimonio di americani con grandi fortune: prescrive la tassazione di guadagni non realizzati oltre i 5 milioni al momento del decesso e oltre i cento milioni in vita. Gli inviti da parte di grandi finanziatori del partito a ripensare la misura si sono di recente intensificati.
Harris dal New Hampshire ha tuttavia mentenuto i riflettori puntati anche su misure dalla presa più popolare e progressista. Ha offerto facilitazioni a piccole startup, sotto forma di aumenti delle deduzioni fiscali per le spese sostenute, decuplicate a 50.000 dollari da 5.000.