la proposta per finanziare la difesa europea

Un’imposta minima del 2% sui 537 milionari che posseggono un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro potrebbe raccogliere in Europa 67 miliardi di euro all’anno, coprendo un quarto delle esigenze di investimento per la difesa dell’Unione europea. Un’imposta del 3% potrebbe generare 121 miliardi di euro, coprendone quasi la metà.

A livello italiano, invece, un’imposta minima del 2% sui 71 milionari con una ricchezza superiore a 100 milioni di euro potrebbe generare 8,3 miliardi di euro, mentre un’imposta del 3% potrebbe raccogliere ben 15 miliardi di euro.

Lo sostiene uno studio firmato da Gabriel Zucman, Quentin Parrinello e Giulia Varaschin del think tank Eu tax observatory che verrà presentato martedì 18 al Parlamento europeo nel corso di un simposio sulla fiscalità della Ue organizzato dalla Commissione europea e dell’Europarlamento.

Zucman, direttore dell’Eu tax observatory, parteciperà insieme ai ministri delle Finanze di Francia, Spagna e Olanda, al commissario Ue, Wopke Hoekstra, e al presidente della sottocommissione per le Questioni fiscali del Parlamento europeo, Pasquale Tridico.

La Ue cerca 250 miliardi

Secondo il think tank europeo Bruegel, la Ue ha bisogno di 250 miliardi di euro in più all’anno per soddisfare le esigenze di investimento nella difesa. Altri miliardi servono per finanziare la reindustrializzazione, i beni e i servizi pubblici che sono fondamentali per garantire la competitività dell’Unione europea, affrontare il cambiamento climatico e le disuguaglianze.

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