Nel primo trimestre terminato a fine settembre Mediobanca ha registrato ricavi per 867,6 milioni, stabili rispetto allo scorso esercizio con un utile netto consolidato di pertinenza in calo del 2,5% a 321,7 milioni, al netto dei costi legati alle Ops di Mps e su Banca Generali. Il Rote adj1 si colloca al 12,8%. L’utile netto consolidato contabile è pari a 291,2 milioni, dopo aver recepito costi straordinari legati alle Ops per 45,3 mln (30,5 mln su base netta) per spese dirette/consulenze finanziarie e legali connesse all’operazione Mps e Banca Generali nonché all’impatto a conto economico della chiusura anticipata dei piani di long term incentives ai top manager.
Il contributo delle Generali
Il margine di interesse si dimostra resiliente (478,5 milioni; -1,3%) alla riduzione dei tassi di mercato, le commissioni nette sono pressoché invariate a 232,3 milioni, mentre cresce il contributo di Assicurazioni Generali (da 105,4 a 128,7 milioni). Il risultato operativo è pari a 417,1 milioni (-2,6%) con un rapporto costi/ ricavi che si mantiene contenuto al 43,9% e un costo del rischio stabile a 51 punti base. Rispetto all’ultimo trimestre si registra un calo dei ricavi (-8,9%) che sconta un minor contributo di Assicurazioni Generali (-20,3%) e dell’attività di trading (da 40,9 a 27,2 milioni) nonché un calo delle commissioni (-8,7%), collegato anche alla stagionalità estiva, elementi in parte compensati dalla minor componente variabile del costo del personale.
Le attese
Mediobanca conferma «un risultato ricorrente sui livelli del trimestre appena concluso, con una crescita dei ricavi high single digit rispetto al trimestre precedente». Il costo del rischio – si legge nella nota della trimestrale – non presenta elementi inattesi confermandosi nella forchetta 50-55 punti base. Nel trimestre si attende, oltre alla conferma della performance Consumer, un miglioramento del flusso commissionale di Cib (per l’intensificarsi dei closing a fine anno) e WM (per la crescente offerta di collocamenti), pur con una raccolta netta «solida ma inferiore al precedente trimestre».
Lo scenario dei prossimi trimestri – dice Mediobanca – è sostanzialmente invariato – crescita dell’Eurozona inferiore all’1% fino a fine 2026, inflazione in area 2% e tassi a breve di mercato intorno al 2% – con elementi di incertezza legati all’evoluzione delle crisi geo-politiche, alla frammentazione degli scambi internazionali e alla tenuta dei mercati. A partire da dicembre 2025, il reporting e l’anno fiscale saranno allineati a quelli della capogruppo Banca Mps con il cambio di esercizio sociale con chiusura al 31 dicembre.
La governance
Il nuovo cda di Mediobanca presieduto da Vittorio Grilli oltre ad approvare i conti del primo trimestre ha nominato i comitati endoconsiliari, tutti costituiti da consiglieri indipendenti sulla base delle dichiarazioni da essi rilasciate, fatta eccezione per il ceo Alessandro Melzi d’Eril. Il Comitato Rischi e Sostenibilità è composto da Sandro Panizza (presidente), Ines Gandini, Massimo Lapucci, Giuseppe Matteo Masoni e Tiziana Togna; il Comitato Parti Correlate da Togna (presidente), Gandini e Panizza; il Comitato Nomine, da Paolo Gallo (presidente), Lapucci e Federica Minozzi; il Comitato Remunerazioni, da Andrea Zappia (presidente), Gallo e Minozzi. Il Comitato ex art. 18, comma 4, dello statuto è composto infine da Melzi d’Eril (Presidente), Lapucci, Minozzi, Panizza e Togna.
