Terzo trimestre in forte contrazione per Mercedes-Benz Group , che ha registrato un calo del 70% dell’utile operativo, sceso a 750 milioni di euro, e un utile netto in flessione del 30,8% a 1,19 miliardi. A pesare sono stati la frenata della domanda in Cina, i dazi statunitensi e gli oneri straordinari per 1,35 miliardi legati ai piani di ristrutturazione. Per il gruppo tedesco si tratta del nono trimestre consecutivo di calo degli utili, dopo tre anni di forte crescita. I ricavi sono diminuiti del 6,9% a 32,15 miliardi di euro.
Eppure, la redditività dell’area auto è risultata migliore delle attese: il margine operativo si è attestato al 4,8%, leggermente superiore al 4,7% di un anno fa e ben oltre il 3,9% previsto dal consensus. Il miglioramento riflette la crescita del 10% delle vendite dei modelli top di gamma, come Maybach e AMG, che hanno compensato in parte la flessione generale e gli effetti dei costi straordinari. Proprio la tenuta della redditività e la conferma della guidance annuale (margine 4-6%), insieme alla ripresa del buyback da 2 miliardi di euro, hanno spinto il titolo fino a un massimo di sette mesi a Francoforte (+6% in avvio di seduta). Il programma di riacquisto di azioni proprie era stato annunciato a inizio anno, ma temporaneamente sospeso in attesa di maggiore visibilità sui mercati e sui flussi di cassa.
Nel trimestre, le consegne globali di auto sono calate del 12%, con un -27% in Cina (peggior risultato dal 2016) e un -17% negli Stati Uniti. Le vendite di veicoli elettrici sono invece cresciute del 9%, sostenendo il processo di transizione, pur con margini più compressi.
Nei primi nove mesi del 2025, l’utile netto si è più che dimezzato, passando da 7,8 a 3,8 miliardi, con una redditività operativa media del 5,5%. L’azienda conferma l’obiettivo di 5 miliardi di risparmi entro il 2027, attraverso tagli di costi e razionalizzazione della gamma.
«La competizione in Cina è estrema e non scomparirà a breve: è una sfida pluriennale», ha commentato il ceo Ola Källenius, mentre il cfo, Harald Wilhelm, prevede nel quarto trimestre «vendite in linea con il terzo». Sulla vicenda Nexperia, produttore olandese di semiconduttori controllato dalla cinese Wingtech, al centro delle tensioni tra Washington e Pechino, Källenius ha spiegato: «Stiamo cercando alternative in tutto il mondo, ma non possiamo prevedere l’evoluzione: la soluzione risiede sul piano politico».
