L’economia americana ha creato 227.000 posti di lavoro a novembre, battendo leggermente previsioni di 214.000 nuove buste paga e confermando la solidità mantenuta dall’espansione nel Paese. La fotografia dell’economia Usa può confermare una strada di caute riduzioni dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a sostengo della crescita, a cominciare da un taglio questo mese, il terzo consecutivo ma contenuto ad un quarto di punto.
Il tasso di disoccupazione il mese scorso è lievitato al 4,2% dal 4,1 per cento. I salari orari sono saliti del 4% nell’ultimo anno, rispetto al 3,9% pronosticato. L’occupazione ha evidenziato anzitutto un recupero dall’impatto di due gravi uragani, che avevano paralizzato l’attività in numerosi stati del Sudest dell’unione, e da uno sciopero alla Boeing che aveva temporaneamente coinvolto 33.000 dipendenti.
Sulla piazza future, gli investitori danno ora l’87% di probabilità ad un taglio del costo del denaro di 25 punti base, tra il 4,25% e il 4,50%, in occasione del vertice della Banca centrale del 18 dicembre, in aumento dal 71% in precedenza. Danno tuttavia poi il 65% di chance, dal 59% prima del dato, ad una pausa forse già al meeting di gennaio. In generale l’attesa è che la Fed possa limitare ulteriori interventi di allentamento l’anno prossimo, se l’economia continuerà a rivelarsi resiliente. Un nuovo taglio stando alle indicazioni dei future potrebbe forse scattare a marzo, con il 51% di probabilità. Nei passati due vertici la Fed ha prima tagliato aggressivamente i tassi di 50 punti base e successivamente di 25 punti base.
Il mercato del lavoro appare in generale avviato ad un graduale rallentamento ma al momento senza shock, uno scenario che se si avvererà potrebbe dar credito alla strategia controllata della Fed. Il chairman Jerome Powell nei giorni scorsi ha affermato che l’economia resta abbastanza solida da consentire alla Fed di agire con prudenza e di non avere fretta nella sua manovra di ricerca di un valore neutrale dei tassi, che non limitino né stimolino la crescita. La gradualità è la strada preferita dalla Banca centrale.
JP Morgan prevede che l’anno prossimo gli Usa potrebbero creare ogni mese in media 113.000 buste paga, rispetto alle 180.00 circa di quest’anno, e che la disoccupazione arrivi al 4,4% entro fine 2025. Anche se non manca chi crede, gli analisti di Citigroup, che il raffreddamento dell’espansione, e in particolare del lavoro, possa spingere la Fed a tagli dei tassi anche a gennaio a nei successivi meeting fino ad arrivare a tassi interbancari di riferimento tra il 3% e il 3,25 per cento.