Russi, americani e ucraini non hanno ancora messo a punto i dettagli dei due accordi di tregua annunciati il 25 marzo, malgrado la decisione di sospendere gli attacchi alle rispettive infrastrutture energetiche sia stata definita in un’intervista alla Bbc «un grande, grandissimo risultato per l’Ucraina, per la Russia e per il mondo» da Kirill Dmitriev, l’inviato di Vladimir Putin per gli investimenti stranieri e la cooperazione economica che nei giorni scorsi ha accompagnato il presidente russo a Murmansk, “capitale” dell’Artico russo. Ed è dal sottomarino atomico “Arkhangelsk” che Putin, conversando con l’equipaggio, è tornato a dare la propria visione del processo di pace per l’Ucraina. Correndo ben oltre i due cessate il fuoco non ancora realizzati, il capo del Cremlino ha ipotizzato una gestione temporanea del Paese «sotto l’egida delle Nazioni Unite», per organizzare «elezioni democratiche» che sostituiscano alle autorità attuali un governo «più competente».
Unanime la reazione della Casa Bianca e dell’Onu. Il governo dell’Ucraina è determinato dalla Costituzione e dal popolo ucraino, ha commentato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa. Mentre Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha ricordato che «l’Ucraina ha un governo legittimo, cosa che ovviamente deve essere rispettata».
E invece l’obiettivo del presidente russo è proprio screditare la presidenza di Volodymyr Zelensky, creando nello stesso tempo ulteriori ostacoli all’avvio di una trattativa con quello che per Putin è un interlocutore illegittimo perché conseguenza del cambio di regime avvenuto a Kiev nel febbraio 2014. E benché da allora in Ucraina si siano svolte regolari elezioni, il mandato di Zelensky è scaduto nel maggio 2024: la legge marziale introdotta a causa dell’invasione russa vieta lo svolgimento di nuove elezioni, impraticabili in un Paese in guerra.
«Il problema – ha detto Putin a Murmansk – sta nel fatto che in Ucraina i cosiddetti “nazi” hanno una grande influenza. Di fatto queste formazioni governano il Paese. Mi chiedo: come è possibile trattare con loro?». L’idea di un’amministrazione transitoria sotto gli auspici delle Nazioni Unite, secondo Putin, è una delle «possibili varianti» che potrebbe essere discussa assieme agli Stati Uniti, a Paesi amici come India e Cina ma anche con gli europei: «malgrado si comportino in modo incoerente e cerchino costantemente di prenderci per il naso», ha detto Putin, aggiungendo che con un nuovo governo ucraino «che goda della fiducia della popolazione si potranno avviare colloqui per un accordo di pace, firmando documenti legittimi, riconosciuti da tutti».
Secondo Andriy Yermak, responsabile dell’amministrazione presidenziale ucraina, le dichiarazioni di Putin puntano a rallentare il percorso dei negoziati. Heorhii Tykhy, portavoce del ministero degli Esteri a Kiev, ironizza su X proponendo una «contro offerta: un’amministrazione temporanea dell’Onu in Russia. I locali beneficerebbero ampiamente da qualunque governo che non sia quello di Putin, che spende miliardi di dollari nella sua guerra criminale contro l’Ucraina». Andriy Kovalenko, capo del Centro ucraino per il contrasto della disinformazione, aggiunge che Putin non ha alcuna intenzione di mettere fine all’invasione: «Sta facendo di tutto per far deragliare qualunque progresso verso la pace – ha scritto Kovalenko su Telegram – Ecco perché fa richieste assurde».