Dopo oltre quattro mesi di carcere anche l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, indagata in Belgio nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione volta ad influenzare i processi decisionali dell’Unione europea, è stata rilasciata. A quanto si è appreso, i giudici della camera di consiglio del tribunale di Bruxelles hanno disposto per Kaili gli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico. Prima di lei anche l’eurodeputato belga Marc Tarabella e l’ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri sono stati scarcerati e sono in libertà vigilata.
“Una decisione logica che abbiamo atteso per fin troppo tempo”, ha commentato Sven Mary, uno degli avvocati dell’ex vicepresidente del Pe arrestata il 9 dicembre dello scorso anno nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate. “Eva Kaili esce di prigione a testa alta e con dignità, non ha confessato reati che non ha commesso, lotterà per la sua innocenza fino alla fine”, ha aggiunto un altro difensore di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, commentando la notizia della scarcerazione della politica ellenica.
Soddisfatto per la scarcerazione di Kaili l’eurodeputato del gruppo S&D Massimiliano Smeriglio, che parla di “passaggio importante per lei, per la bambina e per ripristinare un clima sereno intorno al processo, che ci dovrà essere e dovrà fare chiarezza”. Smeriglio aveva scritto una lettera, firmata da altri colleghi del gruppo S&D, per chiedere alla presidente Roberta Metsola di verificare le condizioni di detenzione di Kaili, madre di una bimba di due anni.