Smart Bank.: Pop. Cassinate in campo con il supporto del Fitd

Per il dossier Smart Bank spunta l’offerta di Banca Popolare del Cassinate con il supporto del Fondo interbancario. A quanto risulta al Sole 24Ore, sul tavolo dei due commissari nominati da Via Nazionale, Enrico Ajello e Andrea Guaccero, assistiti da Prometeia, nelle scorse settimane è infatti arrivata una proposta della piccola ma vivace realtà bancaria del Centro Italia, che ha presentato un’offerta vincolante per acquistare la banca (controllata dal fondo Cirdan) su cui si era concentrato nei mesi scorsi l’interesse di alcuni operatori, tra cui illimity e dei gruppi stranieri.

La garanzia

L’istituto laziale non si muoverebbe però da solo. La proposta di acquisto è infatti subordinata all’ottenimento di una garanzia da parte di un soggetto istituzionale terzo, che sarebbe chiamato a coprire i rischi potenziali nascosti nelle pieghe del bilancio dell’istituto commissariato, rischi in particolare legati a un veicolo con finanziamenti con controparti londinesi. E qua entrerebbe in gioco il Fondo interbancario, che a quanto risulta sarebbe già stato sondato informalmente per fornire il suo supporto. L’aiuto del Fitd – si parla di una garanzia contenuta attorno a 20/30 milioni circa – potrebbe infatti scattare infatti nell’ambito di un intervento preventivo: soluzione alternativa, quest’ultima, a una liquidazione coatta amministrativa, già sperimentata nel caso dell’ex Aigis Banca, poi finita a Banca Ifis. La proposta della banca basata a Cassino è ora sul tavolo dei commissari, che stanno valutando il da farsi e da cui si attendono una serie di approfondimenti tecnici. Va detto che nulla è scontato, perché non sono da escludere evoluzioni.

Proiezione nazionale

Per la popolare del Cassinate, banca ben radicata nel territorio laziale con 1,2 miliardi di raccolta e 12 milioni di utili a fine 2023, si tratterebbe di un’operazione votata alla crescita. La banca guidata dal presidente Vincenzo Formisano punterebbe a Smart Bank per farne una propria banca digitale con una proiezione su base anche nazionale. Obiettivo: fare, oltre che raccolta, anche vendita di prodotti non “core” per una banca del territorio, dalla bancassurance al wealth management. A tendere, il valore aggiunto derivante da questo progetto verrebbe poi reinvestito per uno sviluppo della base territoriale della banca dalla forte identità cooperativa.

La parabola

Si vedranno le evoluzioni. Smart Bank, nata sulle ceneri della Banca del Sud nel settembre 2022, era entrata nel perimetro di Cirdan Group a valle di una ricapitalizzazione avvenuta qualche settimana prima. Zero sportelli, presentatasi al mercato con l’obiettivo dichiarato di diventare «l’Apple Watch degli investimenti», la banca basata a Napoli si proponeva di offrire diverse soluzioni avanzate sulla base di una piattaforma digitale proprietaria, dai depositi strutturati (il cui rendimento è legato all’andamento del sottostante, sia esso ad esempio un indice, una materia prima, una valuta) ai convertibili, dai derivati di copertura ai certificati. Per farlo si era lanciata in una campagna di raccolta aggressiva, anche con conti deposito vincolati step-up a cinque anni con interessi fissi incrementali fino all’8,25%, oggi garantiti dal Fondo interbancario.

Dopo essere finita nel mirino di Bankitalia per gravi irregolarità contabili (si parlava di una errata ponderazione della rischiosità degli asset a bilancio che ha comportato l’abbattimento dei ratio patrimoniali), nei mesi scorsi Smart Bank, con a bordo circa 150-200 milioni di raccolta, era entrata nei radar di alcune realtà, da cui erano arrivate alcune manifestazione d’interesse, come anticipato dal Sole 24Ore lo scorso 21 giugno: illimity (interessata potenzialmente al business di nicchia ma remunerativo dei certificates) e una finanziaria spagnola a caccia di licenze bancarie per sbarcare in Italia. Accanto a loro, c’era proprio la Popolare di Cassino, che ora ha fatto il passo formale. Si vedrà ora con quali esiti.

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