Il Mef si è interessato a Sparkle perché l’attività che svolge è strategica. Come spiega il bilancio, la controllata internazionale di Telecom Italia «opera nel mercato dei servizi internazionali voce, dati e ip, cloud e data center, destinati agli operatori retail (fissi e mobili), wholesale (ISP/ASP) e alle aziende multinazionali in tutto il mondo», e opera anche nella vendita di infrastrutture (fibre da cedere a terzi all’interno dei progetti di cablatura).
La società svolge la sua attività attraverso reti proprietarie nei mercati europei, nel Mediterraneo e in Sud America (sono questi i mercati “chiave”), con cavi bilaterali e tramite la partecipazione in consorzi di cavi e/o partnership che garantiscono una copertura globale. La sua rete collega 456 operatori in tutto il mondo e si estende per oltre 600mila chilometri, su sistemi soprattutto sottomarini, ma anche terrestri, che dal Mediterraneo si aprono alle direttrici di traffico longitudinali verso gli Stati Uniti e il Sud America, il Medio e l’Estremo Oriente e trasversali verso l’Europa e l’Africa. Sparkle è al quarto posto al mondo nella classifica degli operatori internazionali compilata da Caida (Center for applied internet data analysis dell’Università di San Diego), basata sull’offerta di collegamenti Internet.
Tim la considera un gioiellino che però non rientra nel suo core business. Sparkle ha bisogno di investire perchè il mercato in cui opera – servizi internazionali wholesale soprattutto – è caratterizzato da una forte crescita della domanda in termini di volumi – soprattutto nella componente Ip (volumi di banda Internet), dove il tasso di crescita media annua nel periodo 2023-2026 è previsto nell’ordine del 30% – in un contesto di prezzi calanti nell’ordine del 20% all’anno.
In queste condizioni crescere e ottenere economie di scala è un obbligo. Sparkle in particolare è tenuta a investire continuamente, oltre che su nuove tecnologie, sempre su nuove rotte. Gli investimenti, dell’ordine di un centinaio di milioni l’anno, lasciano il segno in bilancio. Tant’è che rispetto a un Ebitda di 121,5 milioni realizzato lo scorso anno (+15,8% sul 2022), una volta tolti gli ammortamenti per 130,8 milioni, l’Ebit è ancora in rosso per 9,3 milioni (l’anno prima il risultato operativo era negativo per 28,4 milioni). Negativo poi anche il risultato netto per 42,5 milioni contro i -37,7 milioni del 2022.
Sparkle ora, in cooperazione con Google e un operatore del Golfo (Omantel), sta completando la dorsale Blue & Raman, che da Mumbai arriva all’Europa. La parte BlueMed, di proprietà esclusiva, collega Italia, Francia, Grecia e diversi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo fino ad arrivare ad Aqaba e a breve a Tel Aviv. Il nuovo progetto è già in pista. Si chiama GreenMed, cavo sottomarino nell’Adriatico che collegherà l’Italia con i Balcani e i Paesi del Mediterraneo centro-orientale. Sparkle ha bisogno di azionisti che sostengano il piano industriale e per farlo l’aiutino a riequilibrare la situazione patrimoniale, appesantita dal debito derivante in buona parte dal dividendo straordinario di 400 milioni pagato alla controllante nel 2021.