Yellen dura in Cina: proteggere l’industria americana dalla sovrapproduzione di Pechino

Scongiurare una nuova “sindrome cinese”. O meglio un nuovo, grave shock in arrivo da Pechino: che potrebbe essere causato oggi a punte avanzate dell’economia, americana e non solo, da inedite inondazioni sulle piazze globali di tecnologie a basso costo made in China per la transizione energetica. Dalle auto elettriche alle batterie e ai pannelli solari.

E’ questa la principale missione del Segretario al Tesoro Janet Yellen durante il suo nuovo viaggio asiatico, cinque giorni tra Guangzhou e Pechino per fitti incontri con le controparti. Una Yellen a muso duro, insomma, in occasione della seconda visita nel Paese in nove mesi. Già durante il volo che l’ha portata in Cina, ha offerto il suo neo-biglietto di presentazione: Washington, ha detto, intende considerare un ventaglio di azioni per proteggere industrie Usa viste come minacciate dalla Cina, comprese barriere tariffarie.

Proteggere l’industria dell’energia pulita

«Siamo cercando di far crescere industrie ad esempio nei pannelli solari, nelle batterie, nei veicoli elettrici. Non escludo altri modi per proteggerle» davanti agli «enormi investimenti» cinesi in alcuni di questi settori che creano sovrapproduzione senza un’adeguata domanda. «Temiamo le ripercussioni dei sussidi cinesi a queste industrie negli Stati Uniti e in altri paesi». Ancora: «Non vogliamo essere troppo dipendenti», ha detto Yellen parlando al Wall Street Journal e riferendosi alla scommessa sulle nuove politiche industriali perseguita dall’amministrazione Biden. «Loro vogliono dominare il mercato. Non glielo permetteremo».

Colomba con gli artigli

Il tono di Yellen è degno di nota perché è considerata tra le colombe, sul commercio e sulla Cina, all’interno del governo Usa, abitualmente tra gli interlocutori preferiti dalla stessa Pechino. Adesso lascia trapelare un nuovo scetticismo e freddezza: «Sono cresciuta con l’idea che se la gente ci manda merci a basso costo bisogna ringraziare, un precetto standard tra gli economisti. Non direi mai più di mandare note di ringraziamento».

Ancora, proteggere gli interessi vitali americani è diventato cruciale: «E’ un problema da rimediare». Yellen ha precisato di volere stabilità nei rapporti con Pechino e che «abbiamo profonde relazioni economiche con la Cina e non le voglio sacrificare perché sono vantaggiose per tutti». Nessun “decoupling” economico, drastica seperazione, dunque. Ma ha aggiunto che «abbiamo preoccupazioni reali per alcune delle cose che fanno».

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