Guerra in Medio Oriente, premiata la foto di Shani rapita il 7/10, è polemica

La giovane Shani Louk, esanime su un pickup, seminuda e probabilmente già morta, circondata dai miliziani di Hamas che urlano dopo aver compiuto la strage del rave party: l’immagine della ragazza 22enne, tatuatrice e influencer, da subito è diventata uno dei simboli più drammatici del massacro del 7 ottobre.

Opera di un fotografo palestinese della Associated Press, Ali Mahmoud, la foto ha vinto il prestigioso premio Reynolds del Journalism Institute dell’Università del Missouri, uno dei più antichi concorsi di fotogiornalismo al mondo.

Lo scatto si è aggiudicato la vittoria per la categoria Team Picture Story of the Year. Un riconoscimento che però ha riacceso in Israele e suoi social una polemica furibonda che scoppiò già poche ore dopo la sua pubblicazione da parte della Ap e dalla Reuters: i primi a protestare furono i parenti della giovane con doppia nazionalità, israeliana e tedesca, che accusarono il fotoreporter di essere ’embedded’, al seguito cioè dei miliziani di Hamas nel deserto del Nagev durante la loro strage al festival Nova, dove furono uccisi 260 ragazzi.

E anche oggi la reazione della comunità ebraica è durissima: “Siamo disgustati e scioccati”, si legge nell’account X del European Jewish Congress, una sigla che riunisce 42 diverse organizzazioni ebraiche del Vecchio Continente.

“Non è solo una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia di Louk – si legge nel post – ma anche nei confronti degli oltre 1.200 cittadini che sono stati brutalmente assassinati da Hamas il 7 ottobre. Chiediamo alla Ap di dire come e perché i loro giornalisti stavano documentando i crimini di Hamas quel giorno, e come sono riusciti ad arrivare così rapidamente sulla scena del crimine”.

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