La Germania si libera dal freno al debito per difesa e infrastrutture

Un voto storico per la Germania, che volta le spalle al totem del rigore dei conti e si prepara a una gigantesca iniezione di investimenti pubblici su difesa e infrastrutture: con 513 sì e 207 no, le riforme che modificano le regole costituzionali sul freno al debito sono state approvate dal Bundestag.

Il sostegno dei Verdi

Serviva la maggioranza dei due terzi, vale a dire 489 voti. Conservatori e socialdemocratici, promessi partner nel futuro Governo di coalizione nero-rossa, hanno superato l’ostacolo grazie al supporto fondamentale dei Verdi: i tre partiti centristi insieme hanno 520 seggi. È stato più complicato del previsto: il sostegno del movimento ecologista a un certo punto sembrava poter svanire. È stato riconquistato con un intenso lavoro diplomatico e accettando una serie di richieste.

La svolta sulla difesa

Il primo pilastro del pacchetto di riforme, quello che sta più a cuore al probabile futuro cancelliere, Friedrich Merz, riguarda la difesa: tutta la spesa che eccede l’1% del Pil (43 miliardi di euro) sarà sottratta al vincolo che limita allo 0,35% del Pil l’indebitamento strutturale consentito allo Stato federale. Una tessera fondamentale per le ambizioni di riarmo coltivate dalla Commissione europea a Bruxelles. E il segnale che Berlino vuole assumere un ruolo di leadership politica, oltre che economica.

Una svolta su tanti fronti, quindi. La condizione che l’ha resa possibile e necessaria è il cambio di paradigma a Washington, dove il secondo mandato di Donald Trump e la sua dottrina di politica estera rendono gli Stati Uniti un interlocutore controverso, più che un alleato, sul quale l’Europa è convinta di non poter più contare come prima. «I nostri alleati nell’Unione europea e nella Nato oggi ci guardano, proprio come fanno i nostri avversari e i nemici del nostro ordine democratico e basato sulle regole», ha affermato Merz durante il dibattito.

Il fondo per le infrastrutture

Il secondo pilastro dello storico pacchetto è il fondo speciale da 500 miliardi in 12 anni, che viene destinato a nuovi investimenti in infrastrutture. Anche in questo caso, fuori dal campo d’azione del freno al debito. Su richiesta dei Verdi, 100 miliardi confluiranno nel fondo per il clima già esistente. Gli investimenti dovranno essere aggiuntivi.

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